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martedì 7 aprile 2015

delle discussioni inutili che mi metto a fare

Ho avuto uno scambio di opinioni riguardo al sindacalismo italiano nei commenti ad un link riportato da London Alcatraz.
Lo so,mi sono messo con un più bravo in retorica di me,ma se no che gusto c'è?
la discussione è partita dall'affermazione:

Se in Italia ci sono certi sindacati e' perche' ci sono certi imprenditori.
 a cui io ho risposto:

ci sono ancora certi imprenditori e merito di certi sindacati
apriti cielo,al di là dei modi

 e' ovvio. Sono i sindacati cattivi che costringono i poveri imprenditori a licenziare le donne incinta, a pagarmi quando cazzo pare a loro o a fregarsene della sicurezza sul lavoro.. Sono vittime. Come la FIAT o Raoul Gardini. Povere vittime incomprese dei comunisti.
mai detto che che gli imprenditori siano vittime
siccome ci sono i sindacalisti disonesti, aboliamo i sindacati. Allora, siccome ci sono imprenditori disonesti, aboliamo la proprieta' privata. Ma per cortesia...
Mai affermato che voglio abolire i sindacati.
Quisquilie, fin qui solo affermazioni che mi sono state messe in bocca per inquadrarmi in un contesto e crocifiggermi,dato che sono stato paragonato pure a Don Vito Corleone,nn vado avanti.
le affermazioni particolari di qualcuno sono verbo le mie sono "frasi mafiose".
 Quello che mi interessa è chiarire la mia visione dei sindacati.

premesso che mio padre era un giovane comunista dell'italia del dopoguerra e quando mi sentiva fare affermazioni contro il sindacato mi regalava un po' di sana lezione di storia dei diritti dei lavoratori,e quindi so cosa sono i sindacati ed a cosa servono.

Ho lavorato per delle grosse aziende,e sono stato in mezzo a rapporti sindacali stravaganti,sindacalisti invisibili che testavano la qualità delle forniture mentre gli addetti dei reparti nn si accorgevano di nulla anche richiedendone l'attenzione,richieste senza ne capo ne coda,spacciate per piani industriali,contratti di solidarietà finalizzati esclusivamente a fa passà 'a nuttata,cassa integrazione guadagni "dell'imprenditore" a cui si accedeva previa "campagna prebende sindacale".

Dopo gli anni 70 le relazioni sindacali sono diventate parti di un canovaccio consunto in cui le parti discutono sempre degli stessi temi,sempre negli stessi termini,l'impresa annuncia la crisi,il sindacato sciorina numeri a dimostrare che si tratta di un malfattore il cui unico scopo e defraudare i lavoratori del loro stipendio,e del loro lavoro per farlo fare  a persone più docili alle loro assurde pretese.


Bella storiella,ma come tutte le storie ha un significato ed una morale:

  • Non esistono fattori contingenti
  • i "padroni speculano sulla vostra pelle
  • l'azienda nn va in crisi, vogliono sostituirvi con lavoratori indifesi che costano meno
  • noi vi salveremo domando la bestia!


A prescindere da quanto sia vero che l'imprenditore in questione abbia o meno dei secondi fini,che sia vero o no che trattasi di "orco cattivo che mangia i bambini",questa narrazione è funzionale all'immagine di ente salvatore del sindacato,cosa buona, se non diventa la ragione sociale del sindacalismo.

in questa narrazione non esiste imprenditore che cerca soluzioni condivise per superare l'impasse,e tornare a svilupparsi,non esiste un'imprenditoria che voglia cambiare pagina per un futuro diverso,quindi nn possono esserci soluzioni diverse rispetto a quelle così efficacemente collaudate nel corso degli anni.

Ci sono i buoni e ci sono i cattivi,male e bene ben distinti,sic et simpliciter.

Solo che questo è solo fumo,i numeri ci dicono che l'italia nel campo del lavoro sta facendo enormi passi indietro e questo nonostante un sindacalismo ricchissimo ed ultra pervasivo.
Come mai?

I Signori di cui sopra,ci dicono che la nostra classe imprenditoriale è "800entesca",che sono mostri,orchi che si nutrono di carne umana.

Può darsi,,ma se partiamo dall' assunto che "gli imprenditori" non sono una massa eterogenea di animali di una specie carnivora,ma persone come me,l'operaio della fiat,l'impiegato del catasto,il dottore di chirurgia,la risposta di sopra nn ha modo di essere presa per vera.
Anche perchè basta farsi un giro A Crespi d'Adda,per realizzare che una certa spinta sociale nn sia aliena da quella specie che vorrebbero farci credere separata da noi.

Qual'è un effetto collaterale di questa narrazione sui rapporti tra lavoratori ed imprese?
che non esistendo per principio un'impresa che persegue lo sviluppo a far sistema e trovar soluzioni condivise con le parti sociali sono proprio le imprese che aderiscono allo schema,

nel corso di tanti anni questa narrazione ha portato a sistema una nazione di imprese che fanno dello sfruttamento del lavoratore il loro core business,tanto che l'impressione è che lo sviluppo del prodotto o del servizio sia molto in secondo piano,tanto si può acquisire da altre aziende in crisi che hanno puntato su quello piuttosto che sul"sistema".

E' questa convinzione che mi porta a pensare che con questo sindacato un'imprenditoria diversa sia difficile.
Con questo le mie affermazioni non hanno valore assoluto,sono opinioni di valore generale,senza nessuna pretesa sociologica...a differenza di qualcuno.
 ma si potrebbe discutere anche nel particolare qualche soluzione sindacale alle relazioni con le imprese,sceglietene una e facciamoci  risate.


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